Tattoo Circus

La Tattoo Circus è benefit per le prigioniere e i prigionieri anarchicx reclusx a seguito delle varie operazioni repressive che colpiscono le lotte e le pratiche di ribellione al potere. Sempre solidali con chi si trova rinchiusx tra le mura che lo Stato erige per isolare chi lotta, chi non ha documenti, chi si svanga la vita, chi si rivolta alla violenza patriarcale.

Perché siamo contro il carcere e tutte le strutture di detenzione, come i CPR, che sono i luoghi perfetti del dominio, fatti di violenza ed umiliazioni, controllo e disciplinamento dei corpi, dove si acuiscono le asimmetrie dei rapporti di potere e si esasperano i ruoli di genere. Perché siamo contro la società che li necessita.Il vissuto del carcere è fatto di piccole e grandi battaglie, di resistenze quotidiane per l’espressione di sé, della propria individualità, dei propri desideri. Ci si tatua e ci si tatuava, in galera. “Chi si tatua è delinquente, o lo diventerà”, scrisse nel 1876 il fondatore della criminologia moderna Cesare Lombroso.

Le Tattoo Circus nascono per “riportare il tatuaggio tradizionale occidentale alle sue origini galeotte e di strada”. L’intento è di non lasciarci sottrarre la pratica del tatuaggio dall’estetica mainstream e capitalista, rigettando l’appropriazione di simboli e tradizioni delle culture colonizzate.

Contro l’omologazione agli stereotipi eterosessisti, per la riappropriazione dei nostri corpi di donne, trans*, lesbiche, frocie.

Ammirare e mostrare il proprio corpo, nella sua im-perfezione e caducità ha un significato potente di liberazione per tutti quei corpi per il quale ciò non era previsto.

Decorare, stuzzicare, incidere, temprare, risvegliare, amare tutti quei corpi che sono campi di battaglia è trasformarli in luoghi giocosi e liberi.